venerdì 5 settembre 2008

Il depuratore consorziale - UNA NECESSITA!



E' stato diffuso sul territorio del Levante, ed avrà una seconda distribuzione, un volantino
che indica, molto sommariamente, una questione che riteniamo determinante per il futuro del Levante.

Quasi tutti sanno che esistono norme che impongono di trattare gli scarichi, delle abitazioni, delle attività commerciali e di quelle industriali, attraverso la depurazione ed altre successive procedure.

Meno persone sanno che questo non avviene e non avverrà certamente nell'immediato futuro per diverse ragioni che andremo poi a spiegare.

Pochissime persone sanno che esiste una sorta di "segreta alleanza" tra alcune società che gestiscono il sistema delle acque e del trattamento dei reflui per ostacolare ogni percorso che preveda risparmi consistenti per la popolazione.

Quasi nessuno sa che si potrebbero abbassare in maniera rilevantissima i costi di questo sistema.

Ciò che vogliamo fare qui è iniziare a spiegare che cosa produce i costi spaventosamente alti e perchè non è possibile abbassarli a meno che la popolazione, una volta conosciuto il problema, si imponga affinchè questo avvenga.

Vogliamo anche spiegare che cosa significa ostinarsi a costruire depuratori costieri e perchè riteniamo di poter dire che si tratta di una incredibile idiozia, considerando che costruire un unico depuratore di tutto il Levante in Fontanabuona produrrebbe un abbassamento molto significativo dei costi e un rilevante incremento di attività occupazionale in tutta la vallata che godrebbe di un apporto consistente di danaro derivato dall'utilizzo dei materiali di risulta ( acqua, fanghi, torbe, gas, biomasse, energia ecc.).

Andiamo con ordine:

La società IRIDE, assieme ad altre, ha presentato un piano di realizzazione dei sistemi di depurazione che costerà attorno ai 1.200 miliardi di lire !

Non ha espresso valutazioni temporali, ma non è sbagliato prevedere molti anni e, quindi, molti aumenti rispetto al progetto...

Non ha neppure espresso valutazioni di tipo ambientale, indicando per esempio dove andrebbe a collocare gli impianti e quali conseguenze si avrebbero sul
territorio.






Due esempi per tutti:
Rapallo non ha, in realtà, depurazione delle acque e non saprebbe proprio dove fare un depuratore se non dentro il campo di golf (potrebbe persino essere interessante, viste le necessità idriche e di ammendo del terreno che presenta il golf!!)
Lavagna non ha, in effetti, un sistema di depurazione e vorrebbe costruire una colmata a mare di dimensioni esageratamente grandi ( circa 45.000 metriquadrati - come dieci campi di calcio!) che procurerebbe un lavoro di cantiere vicino ai dieci anni e un danno ambientale spaventoso!

La teoria che supporta queste opere si avvale della legge di gravità: tutto scende verso il mare senza eccessiva spinta......................

Non sono pochi i tecnici che sorridono bonariamente di fronte a questa prospettiva, considerando che siamo nell'anno 2008 e da qualche secolo è stata scoperta la "soluzione tecnologica"!




Costruire un unico depuratore consorziale per tutto il Levante, per esempio a Coreglia, comporterebbe vantaggi molto importanti, vediamoli:

Produrrebbe circa 130.000 metri cubi di acqua al giorno, utilizzabile per l' intera Fontanabuona
.
Produrrebbe una quantità rilevante di metri cubi di fanghi da concimazione.
Produrrebbe una imponente quantità di torbe da ammendo.
Produrrebbe notevoli volumi di biogas.
E poi ancora energia elettrica, teleriscaldamento, prodotti chimici mirati all'impiego ecc.

La conseguenza della disponibilità di queste numerose "risorse" ricadrebbe con grande beneficio sulla vallata con possibilità di riconvertire l'industria lapidea in perenne crisi e di avviare un percorso industriale agricolo di "filiera corta" ( producendo in vallata le derrate agricole utili al Levante ) oltre l'avvio di una forte industrializzazione della coltivazione di tipo ornamentale e da utilizzo industriale.

La dimensione di un unico impianto consorziale prevederebbe anche un collegamento con l'università, per quanto attiene alla catena dell'analisi e dello studio di sistemi di trattamento via via aggiornati alle specifiche caratteristiche dei reflui; potrebbe persino avviarsi un sistema di corsi aventi specifica attinenza alla chimica del trattamento delle acque e alla gestione di sistemi medio grandi.

Poi, però, occorre indicare i due maggiori risultati ottenibili:

1) nessuna colmata a mare, quindi nessuna deformazione e devastazione della costa e poi, soprattutto...
2) la possibilità di
"vendere il prodotto mare" in una visione di assoluta purezza perchè non esisterebbe più l' immagine "psicologicamente negativa" del depuratore che scarica in mare, con le conseguenti preoccupazioni e dubbi sulla bontà delle acque in ragione dell'efficienza o dell'inefficienza dell'impianto costiero.


Si potrebbe finalmente ritornare a vendere il turismo legato alla balneazione in una categoria di qualità elevata.....la classica "acqua da bere!" ormai dimenticata.


Qualche altra considerazione:

i comuni dell'entroterra sono in condizione di essere perseguiti penalmente perchè non posseggono impianti e sversano nei torrenti i loro reflui.

quegli stessi comuni godrebbero della regolarizzazione e del conseguente adeguamento alle norme, ricevendo oltretutto l'impianto gratuitamente e ricavandone, anzi, una forte quantità di danaro.

potrebbero realizzare piani di impiego dei giovani in cooperative dedicate alla produzione orticola e vivaistica così come all'industria dell'energia da derivati e biomasse da coltivazioni legnose.

non occorerebbero sistemi di modificazione del territorio poichè a Coreglia, così come nei comuni confinanti, esistono terreni già pronti alla disposizione dell'impianto che ridurrebbero notevolmente i tempi di esecuzione

poi ancora........................................che ognuno aggiunga le sue idee, siamo qui per ascoltarle.


In chiusura possiamo dire che i costi altissimi del sistema attualmente vigente potrebbero essere consistentemente ridotti nonostante l'indubitabile avversità di IRIDE & C.
alla quale - le istituzioni provinciale e regionale - potrebbero proporre interessanti attività complementari così da ottenerne la collaborazione.

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