E' in distribuzione un volantino che invita a leggere queste pagine di rete dal titolo: "LA GRANDE TRUFFA DEL CICLO DELLE ACQUE".

Il "ciclo delle acque", al di là di ciò che comunemente si crede, altro non è che la somma dei balzelli che le società concessionarie dei servizi di recupero, gestione e fornitura applicano ad ogni passaggio del ciclo tartassando i cittadini con bollette generate da calcoli che derivano da illeciti.
Per meglio intendere bisogna prima di ogni cosa considerare che l'acqua, bene assai diffuso sul pianeta, è stato già da tempo definito "raro e da tutelare" così da generare ansia nel cittadino inconsapevole che crede di poter rimanere, un giorno, senza questo prezioso elemento vitale e pertanto si è psicologicamente preparato a farsi "rapinare" per bene dai gestori di quel "bene prezioso"; si pensi solo alla Sicilia, un' isola ricchissima d'acqua e priva della possibilità di fruirne liberamente perchè è concesso alla mafia di "deciderne i flussi"!
I gestori di quel bene, e di tutti i sistemi che lo comprendono, sono notoriamente società di profitto, che si avvalgono di rilevanti coperture politiche poichè è alla politica che offrono danari, posizioni clientelari e altri interessi assai disdicevoli.
I sindaci dei comuni hanno tutto da guadagnare, in carriera e in danaro, quando assecondano le turpi azioni di rapina che le società mettono in atto nei confronti della popolazione/utente e rivelano tale posizione antisociale negli ATO.
L'acqua è presente in quantità enorme quasi dovunque; è un bene assai diffuso di cui non potrà mai esservi carenza; è presente, sotto diverse forme, in ogni dove; è "vitale" nel senso che non vi è vita senza acqua, ma è anche "mortale" quando la dissennata volontà dell'Uomo di sottovalutarne gli effetti, produce devastazioni e allagamenti (non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che il 20% soltanto è definita "potabile")
Questa doppia veste dell'acqua, prevede che ci si collochi in una posizione di "rispetto" che significhi, prima di ogni altra cosa, non gettarla via!
Gli enti pubblici si affannano a dichiarare che il cittadino "virtuoso" non esagera nel farsi la doccia o nel lavarsi i denti ! Questa è una vera presa in giro se si pensa che 250 miliardi di litri di acqua vengono gettati in mare ogni giorno dai gestori, per mantenere alto il prezzo del servizio a pagamento.
La società cosiddetta "occidentale" distribuisce ed usa acqua in queste percentuali: agricoltura 40%, industria 40%, privato (ai cittadini) 20%; queste tre linee di utilizzo necessitano di infrastrutture per la distribuzione che sono assai carenti, generando costi spaventosi e perdite rilevanti; in particolare, più aumentano i bisogni urbani in infrastrutture e servizi per l’acqua, per la sanità, per l’alloggio, per l’educazione e per le strade, meno fondi sono disponibili per investimenti di base in agricoltura. Ciò obbliga i cittadini a spendere di più per l’importazione di beni alimentari, impoverendosi ulteriormente.
Si consideri ora che le leggi nazionali ed europee in materia di trattamento delle acque sono completamente disattese dai comuni; Milano, la città che si vanta di essere la "prima della classe" è completamente priva di sistema di "vera"v depurazione e scarica i reflui nel fiume Lambro che poi disperde nella pianura Padana tutti i veleni raccolti.
Nel Tigullio, costa ed entroterra, nessun comune ha sistema di depurazione e l'ATO prevederebbe di spendere molte centinaia di miliardi per costruire un certo numero di depuratori costieri millantando di risolvere il problema ma, mancano i fondi e, soprattutto mancano le idee che possano portare ad una soluzione logica ed economica, socialmente fruibile, quando potrebbe realizzare un solo depuratore in Fontanabuona - che serva 39 comuni - e che recuperi tutto il prodotto reso a valle dell'impianto (acque, fanghi, torbe, biomasse, gas ecc.) con un costo equivalente a ZERO!!!!!!!
Uno dei principali problemi rilevati durante l'intera stagione estiva è derivato dalla presenza di coliformi fecali e altri residui chimici nelle acque di balneazione che ha prodotto tentativi ridicoli di difesa della "bontà" delle acque marine, ormai completamente "distrutta" nella conoscenza dei residenti così come nei turisti che hanno da tempo abbandonato l'area levantina ben consci della situazione degenerata a causa delle responsabilità degli amministratori.
Un secondo problema è derivato dall'osservazione dell'inaridimento dei greti dei corsi d'acqua e dalla conseguente impossibilità di prelevare acque per l'irrigazione di fondovalle.
Un terzo problema ha posto in evidenza la crisi indistriale della Fontanabuona e ha paventato scenari di abbandono e ulteriore crisi economica, oltre l'attuale.
La soluzione a questi tre problemi è da tempo sul tavolo della presidenza della Regione, della Provincia e di tutti i sindaci interessati.
Nessuno di questi soggetti è mai riuscito a dare risposte che potessero negare la validità del progetto di depuratore comprensoriale unico in val Fontanabuona unico modo per dare risposta ai tre grandi problemi :
Burlando, da ingegnere qual'è, ha risposto che tecnicamente è assai valida e perseguibile.
Repetto, da "banchiere" qual'è, ha risposto che se prevede risparmio e anzi guadagno, è valida e perseguibile.
I sindaci che hanno risposto, dichiarandosi parzialmente competenti, hanno ritenuto valido il progetto.
Il progetto di cui sopra (DEPURATORE COMPRENSORIALE IN VALLATA) consiste nella esclusione di ogni forma di sversamento in mare, così da poter annunciare al mondo intero che il Tigullio ha "finalmente" le acque di balneazione pulite e incontaminate.
Il progetto prevede anche di recuperare i 250 milioni di litri di liquido quotidianamente sversato in mare recuperando, ai prezzi attuali, molti miliardi.
Il progetto prevede poi di recuperare tutti i derivati della depurazione: fanghi, torbe, biomasse, energie sotto diverse forme ecc. che produrrebbero altri notevoli guadagni, alimentado le asfittiche casse del sistema produttivo agricolo/industriale.
Il progetto prevede che si costruisca un solo depuratore comprensoriale per l'intero Levante (entroterra e costa) nella Fontanabuona, realizzando,in effetti, un grande centro industriale di trattamento e recupero del ciclo delle acque con la sinergica realizzazione di un polo industriale e di uno universitario dedicati ai sistemi innovativi; prevede altresì il recupero della tanto decantata e mai realizzata "filiera corta" in agricoltura e nella manifattura, in generale.
Però, Burlando, Repetto e i sindaci dell'ATO, sono costretti ad assecondare i "diktat" delle concessionarie di gestione, che, com'è assai noto, forniscono "posti" assai ben remunerati a chi tra loro si assoggetta alle scelte disennate che vanno a danno dell'intera popolazione.
Disse Burlando qualche tempo fa': "interessante il progetto comprensoriale in Fontanabuona, ma chi va da IRIDE a dirle che le togliamo il business????"
Ecco quindi le ragioni del progetto: sensatezza, grande risparmio e, rispetto della regola democratica.
L'impegno di ogni cittadino verso la sua realizzazione, che prevede enorme risparmio in tributi e "balzelli vari", deve quindi essere totale e continuo; solo così si vincono le resistenze lobbistiche!
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